Articolo apparso su Agricoltore ticinese del 28 luglio 2023, di Sandro Rusconi.
Comunicato stampa sulla predazione di Grossalp e sollecito al Consiglio di Stato
Durante la scorsa settimana vi è stata un’ennesima predazione da lupo, accertata dal guardiacaccia che è intervenuto, nei pressi della bocchetta denominata Guriner Furgge sopra Bosco Gurin a un gregge di ovini non proteggibili.
Con questa predazione si è superato il limite di “danno rilevante” definito dall’Ordinanza federale e si manifesta un pericolo persistente per il rimanente del gregge. UCT e APTdaiGP hanno sollecitato il governo a un intervento urgente.
Lettera al Consiglio di Stato per richiesta di abbattimento lupo a Grossalp (Bosco Gurin)
Predazione di Bosco Gurin (Grossalp) del 18 luglio 2023 e giorni seguenti da parte di un lupo.
Superamento della soglia di danno rilevante, condizioni raggiunte per una procedura di abbattimento.
Comunicato stampa di UCT e APTdaiGP a seguito della risposta del Consiglio di Stato sulle predazioni di Indemini
Il 30 giugno l’Unione contadini ticinesi e l’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori avevano inviato una lettera al Consiglio di Stato segnalando che il numero di capi rinvenuti in seguito alla predazione del 25 maggio 2023 sul monte Sciaga di fronte a Indemini aveva raggiunto il limite di “danno rilevante” (10 capi predati) che avrebbe dovuto permettere l’attivazione di una procedura di abbattimento.
Nonostante la predazione abbia in un solo colpo dimezzato il gregge di 33 ovini (12 ritrovati morti e 5 ancora dispersi), nella risposta del 12 luglio si dichiara che non sarebbero date le condizioni per l’abbattimento e che la decisione è “ponderata per tenere conto delle leggi in vigore e di vari altri elementi umani, tecnici e biologici”. (…)
Lettera al Consiglio di Stato di UCT e APTdaiGP sulla predazione di Indemini e sul raggiungimento della soglia di danno per un abbattimento, 30 giugno 2023
- Lettera al Consiglio di Stato dell’Unione contadini ticinesi e dell’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori del 30 giugno 2023:
- Risposta del Consiglio di stato del 12 luglio 2023:
Convivere col lupo per alcuni non è più possibile
Articolo apparso su Agricoltore ticinese del 7 luglio 2023, di Andrea Arrigoni:
Sbirciamo un po’ in casa d’altri
Articolo apparso su Agricoltore ticinese del 30.06.2023
Comunicato stampa APTdaiGP dopo la pubblicazione della nuova ordinanza sulla caccia
Revisione dell’ordinanza sulla caccia. Buona la diagnosi, insufficiente la terapia.
Il comunicato stampa della Confederazione riconosce esplicitamente che la situazione riguardo all’espansione del lupo sta andando fuori controllo: troppi i lupi e sempre in forte aumento e troppi i danni per l’allevamento.
Purtroppo non si accenna agli impegni (finanziari e di risorse umane), sempre meno giustificabili, che tale espansione comporta per la Confederazione, per i Cantoni e per gli allevatori, e tantomeno al pericolo per le persone e alle restrizioni che ne derivano.
Si prevede quindi una facilitazione negli abbattimenti, ricetta che tutti i media hanno ampiamente riportato, ma si anticipa che si è in attesa della Legge federale sulla caccia riveduta dalle Camere federali in dicembre.
Quasi ad ammettere, come del resto i Cantoni e le organizzazioni agricole hanno segnalato al momento della consultazione, che il vero cambiamento potrà esserci soltanto con l’entrata in vigore della legge modificata che prevede esplicitamente che i Cantoni possono regolare il numero di lupi presenti sul loro territorio.
Infatti le modifiche proposte, benché avversate dalla maggior parte delle organizzazioni ambientaliste, teoricamente potrebbero portare a un miglioramento, ma praticamente avranno un effetto marginale.
La modifica che entrerà in vigore il 1° luglio continua infatti a basarsi sul principio che possono essere abbattuti soltanto lupi che causano dei danni rilevanti all’allevamento o che rappresentano un pericolo per le persone. Un criterio introdotto nella legislazione vent’anni fa e che si continua a perseguire nonostante i risultati siano stati nulli. Un tempo per danno rilevante si intendevano 25 capi uccisi in un mese, poi diminuiti a 15, poi a 10 ed ora a 6, rispettivamente a 8 nel caso di branchi. La realtà è che il “danno rilevante” si riscontra a ogni singola predazione, anche solo con animali feriti, poiché se il predatore rimane impunito, diventa inevitabilmente recidivo.
E con l’applicazione di questa “terapia” cos’è capitato? I lupi in Svizzera sono aumentati da pochi esemplari a 240 (dati ufficiali, in realtà sono parecchi di più); i capi predati da alcune decine nel 2010 a 1’600 nel 2022; le spese per l’ente pubblico da qualche centinaio di franchi a parecchie decine di milioni; il benessere degli animali da reddito fortemente diminuito e, non da ultimo, le preoccupazioni, lo stress e lo sconforto per gli allevatori sono accresciuti fino a portare parecchi a smettere la loro preziosissima attività e a dover essere curati per “burnout”.
Se il principio di favorire l’abbattimento è da accogliere positivamente, anche questa revisione sarà difficilmente applicabile. Infatti se quando i lupi erano pochi in ogni regione, qualche probabilità di uccidere il lupo problematico era data; ora che si contano a decine, come si farà a stabilire quale lupo ha causato il danno? Ci vorranno, come finora, tranne casi eccezionali, le analisi del DNA, per le quali sono necessarie settimane o mesi, ma poi come si potrà decidere a quale lupo sparare? E nel frattempo il lupo “giusto” dove sarà finito? Oltre a tutto un tale approccio, a causa della tempistica, non ha nessun effetto “pedagogico” nei confronti del singolo lupo e del branco.
L’unica ricetta appropriata è “reazione immediata senza verifica degli individui, sia con munizione non letale o con munizione letale”. Quindi ritorniamo con forza a insistere che la possibilità di tiri dissuasivi e di tiri di difesa debba venire implementata con urgenza ed estesa (come richiesto da numerosi atti parlamentari rimasti inevasi) all’ausilio di volontari opportunamente formati, selezionati e spesati.
Altrimenti i lupi continueranno ad aumentare sia di numero che di temerarietà. E continueranno a trasmettere alla progenie la nozione che la predazione di animali domestici è più facile rispetto a rincorrere i selvatici, che l’avvicinamento agli allevamenti non implica nessun pericolo, così come il circolare, di notte o di giorno, nelle zone antropizzate.
In questo modo l’incidente con persone diventerà davvero solo questione di tempo.
APTdaiGP
APTdaiGP svizzera, ottava assemblea dei delegati: “Eppur si muove!”
Articolo apparso su Agricoltore Ticinese del 2 giugno 2023:
Iniziativa nazionale sui lupi in Svizzera “Per la protezione dell’uomo, degli animali domestici e da reddito dal lupo”
Nell’interesse della salute pubblica, della sicurezza e del benessere degli animali abbiamo lanciato l’iniziativa popolare «Per la protezione dell’uomo, degli animali domestici e da reddito dal lupo».
Noi del comitato dell’iniziativa riteniamo che il lupo rivesta un ruolo molto importante nella natura selvaggia. Tuttavia, siamo anche dell’avviso che il lupo, in virtù della sua intelligenza, della sua grande capacità di adattamento e della sua predisposizione alla riproduzione, stia causando danni troppo gravi nelle zone abitate, nei paesaggi coltivati e nei terreni agricoli.
“Dal 1990 ad oggi la popolazione di lupi è in costante aumento: negli ultimi cinque anni in Svizzera è quintuplicata. Nel 2018 si contavano soltanto 4 branchi, ora sono già 23”.
Sito web dell’iniziativa: www.wolfsinitiative.ch/it