Comunicato stampa del 15 aprile 2020 dell’Associazione per un Territorio senza Grandi Predatori

 

Ci sono anche commensali indesiderati al pranzo pasquale

Verso la metà di marzo veniva decretato che in seguito alla pandemia da Covid-19 ristoranti e alberghi sarebbero rimasti chiusi per il periodo pasquale. Tra gli allevatori e i responsabili agricoli si è diffusa una logica preoccupazione circa lo smercio dei capretti, ma non solo. Le varie azioni di promozione per il consumo di capretto nostrano in famiglia e forse anche l’impossibilità di acquistare carne in Italia, sono bastati a superare il problema. Da quanto siamo riusciti a sapere, tutti i capretti da macello sono stati venduti. Non sappiamo quanti siano ancora nei congelatori e di quanto sia diminuito il prezzo rispetto agli scorsi anni. Tuttavia si tratta di un bel gesto di solidarietà verso i nostri allevatori che è giusto segnalare. Supponiamo che molti consumatori siano stati soddisfatti della qualità e osiamo sperare che l’anno prossimo diversi vorranno ripetere l’esperienza.
Purtroppo, mentre i nostri animali fremono per la prima uscita alla ricerca dell’erba nuova, si addensano però altre nubi ben più minacciose all’orizzonte dell’allevamento ovicaprino. Ci riferiamo agli avvistamenti di lupo in Ticino in questi primi tre mesi del 2020.

Ecco gli eventi di cui siamo venuti a conoscenza:

  • Gennaio: allarme per lupo avvistato sul confine tra Val Vigezzo e Centovalli.
  • Febbraio: 1. predazione di una capra sui monti di Maggia; 2. avvistamento di un lupo a Camperio/Campra.
  • Marzo: 1. avvistamento notturno di un lupo in pieno paese a Brione Verzasca; 2. predazione di due pecore e due agnelli sui monti di Sementina; 3. avvistamento di un lupo a Niva (Val Rovana); 4. passaggio notturno di un predatore accanto a un gregge, custodito a Cama (Mesolcina); 5. allarme per avvistamento di un predatore a Rossa (Val Calanca); 6. fotografia di un lupo a Pian San Giacomo (Mesolcina).
  • Aprile: 1. allarme per avvistamento di un lupo vicino alla ferrovia a Intragna; 2. nella notte tra il 12 e il 13 aprile un lupo ha sbranato due pecore e tre agnelli in Val d’Osola (Brione Verzasca). Nel pomeriggio seguente è tornato sul luogo ed è stato fotografato.

Dall’inizio del ritorno del lupo in Ticino, non erano mai capitati così tanti allarmi in tre mesi.
La preoccupazione degli allevatori di bestiame minuto, ma pure di chi in estate carica un alpe, è alta e coinvolge tutti.
La nuova stagione di pascolo è al debutto: se vogliamo assicurare il benessere degli animali, non li possiamo rinchiudere in stalla o in un recinto forzato e comperare fieno! Sarebbe contraddittorio oltre che finanziariamente insostenibile. “Meglio smettere” è la dolorosa opzione che intraprendono ogni anno diversi allevatori.
Le autorità cantonali e federali che stanno affrontando con impegno e ingentissime risorse finanziarie l’emergenza della pandemia, avranno ancora energia, tempo e disponibilità finanziarie per affrontare seriamente anche il tema dell’espansione dei grandi predatori? In questi ultimi vent’anni le autorità preposte (federali e cantonali) non hanno certo brillato per tempestività e per efficacia. Mancano dispositivi legali efficaci. Persino alcuni funzionari addetti ai rilevamenti trattano con indifferenza chi subisce le predazioni, facendolo sentire in colpa invece di sostenerlo. In qualche caso si è arrivati al divieto (non si sa sulla base di quale legge o regolamento) di divulgare notizie, dettagli o fotografie. È successo anche in questi giorni a Brione Verzasca. Una situazione inaccettabile di omertà, sulla quale bisognerà chiarire le responsabilità.
Dietro a ogni predazione di animali domestici vi sono donne e uomini che avevano fatto della professione di allevatori di bestiame minuto il loro ideale di vita, che vivono ogni giorno con apprensione il destino dei loro animali. Idealisti irriducibili che forniscono ottimi prodotti a chilometro zero (… anche il capretto pasquale, anche i vari formaggi che certamente nelle prossime settimane apprezzeremo) e che garantiscono la cura di un territorio di cui, anche in futuro, potremo usufruirne tutti.
Se le autorità preposte, cantonali e federali, non inizieranno a interessarsi con maggiore dedizione, comprensione e incisività a queste situazioni, per l’allevamento tradizionale di bestiame minuto all’aria aperta non ci sarà futuro!

Per il Comitato dell’ATsenzaGP sezione Ticino

Armando Donati, presidente (Tel.: 079 412 32 17; E-mail: armando.donati@bluewin.ch)

Sandro Rusconi, vicepresidente (Tel.: 079 375 68 76; E-mail: sandro.rusconi@gmx.ch)