Comunicato stampa ATsenzaGP, sezione Ticino: Bilancio dopo 6 mesi
Il comitato dell’Associazione per un territorio senza grandi predatori, sezione Ticino, si è riunito recentemente e ha steso un bilancio dei primi sei mesi di attività con particolare attenzione a ciò che è successo ai nostri allevamenti.
Per la prima volta in Ticino, da quando è ricomparso il lupo, il numero dei capi predati e ufficialmente accertati ha sfiorato le 50 unità: 40 ovini e 6 capre. Ciò significa che rispetto alla media degli ultimi 5 anni, tale numero è triplicato. In realtà i capi persi dai nostri allevatori sono molti di più, poiché quelli non ritrovati e quelli la cui predazione da lupo non ha potuto essere dimostrata con il DNA, non vengono né conteggiati né risarciti.
Le zone più colpite sono state la Val di Blenio, il Bellinzonese (Val Morobbia) e l’alto Luganese (Val Colla). Nelle ultime due regioni, le predazioni sono purtroppo continuate anche nello scorso mese di gennaio.
A questo proposito raccomandiamo agli allevatori colpiti di informarci (091 851 90 93 oppure 079 412 32 17) al momento della predazione, poiché in caso di necessità possiamo offrire la nostra consulenza. Inoltre quale Associazione che vuole sostenere gli allevatori nei confronti delle autorità e dell’opinione pubblica sapere cosa capita sul territorio è fondamentale.
La novità più inquietante del 2015 è certamente la formazione di una coppia in Val Morobbia, la seconda in Svizzera, dopo quella del Calanda presente già da 4 anni.
Mentre fino al 2014 le predazioni erano dovute prevalentemente a lupi di passaggio che si spostavano anche su lunghe distanze (il lupo che ha predato in Val Malvaglia in seguito ha ucciso animali nel canton San Gallo), ora la coppia della Morobbia si è stabilita nelle vallate attorno al Camoghè e ogni primavera metterà al mondo dei cuccioli che dopo circa un anno partiranno alla colonizzazione di altri territori e alla caccia dei nostri animali!
La nuova Strategia lupo e quella inerente la lince sono entrate in vigore il 16 gennaio scorso, ma in pratica non è cambiato nulla: per poterlo abbattere un lupo deve aver predato i soliti 25 capi in un mese e nella stessa zona (o 35 in 4 mesi) oppure deve essere un lupo potenzialmente pericoloso per l’uomo (uno che regolarmente si avvicina alle abitazioni; vedi caso Calanda). Ma l’iter amministrativo è complesso (con la possibilità di ricorso) e si può supporre che nella maggior parte dei casi non si riuscirà nemmeno a rendere operativa la decisione.
Questo non potrà che incentivare il bracconaggio (in Piemonte negli ultimi 5 anni il 28 % dei 115 lupi trovati morti erano stati uccisi di frodo).
D’altra parte il Gran Consiglio in due occasioni negli scorsi mesi ha espresso, con larga maggioranza, sostegno all’allevamento (approvando la mozione Celio per un abbassamento della soglia dei 25 e rigettando l’iniziativa Ramsauer).
Pure a livello federale una commissione delle Camere sta esaminando iniziative e mozioni (una del canton Vallese) tutte intese a diminuire la protezione del lupo, ma i tempi sono lunghissimi e intanto l’espansione del predatore sul territorio continua, le predazioni diventano sempre più numerose e non vi è più nessun luogo sicuro.
A livello ticinese siamo in attesa dello studio di Agridea (doveva essere terminato già entro fine settembre 2015) che dovrebbe indicare in quali e quanti allevamenti si potrebbero introdurre efficaci misure di protezione e quanti invece dovranno soccombere.
Anche il regolamento per determinare i risarcimenti cantonali a copertura delle spese per la ricerca dei capi e la perdita di prodotto in caso di predazioni (decisione del Gran Consiglio del marzo 2010) è atteso nelle prossime settimane.
In questi primi sei mesi abbiamo udito spesso ripetere in Ticino, ma pure fuori dai nostri confini, che gli allevatori devono poter continuare a vivere in montagna e che un territorio con mucche, capre e pecore al pascolo è una ricchezza per tutti.
Belle parole, certo, ma l’espansione del lupo lo permetterà ? E per quanto tempo ancora ?

Per il Comitato ATsenzaGP, sezione Ticino

Il Presidente, A. Donati